Cosa può fare uno scialle...
Difenderci dal venticello di un marzo matto, che ci avvisa che la primavera è alle porte, ma non è ancora tempo di fare pazzie, coprire le spalle nude, in una sera di mezza estate, riparare il collo dalla brezza mattutina del primo autunno, salvare la gola dal freddo dell'inverno.
Oppure, semplicemente essere un accessorio essenziale del nostro abbigliamento, o diventare una parte di noi, del nostro modo di essere, dal quale è difficile staccarsene.
La passione per gli scialli è esplosa un paio d'anni fa, presso Unfilodi.
Migliaia di knitters si sono lanciate nella creazione di svariati modelli ed è tutt'oggi il capo più realizzato in assoluto, forse perchè "svecchiato", avendo connotazioni ben differenti dallo scialletto della nonna di un tempo, quello che si faceva per (ehm) l'ospedale.
Semplicissimo e quasi una bandana, amato dalle donne e dagli uomini, il Baktus Scarf di Strikkelise ha aperto la strada e, a seguire, scialli per l'estate e per l'inverno, Sweet November di Caryl Pierre in tutti i colori del Worsted Cotton Blue Sky, così come lo abbiamo visto al collo di Charlize Theron, nell'omonimo film strappalacrime.
Il Travelling Woman di Liz Abinante (lo si trova qui, insieme a molti altri tradotti in italiano), ispirato all'autrice dalla serie televisiva Bones e molti altri hanno fatto il giro in Knit-House, nel corso di questi anni.
L'impronunciabile Hitchhiker di Martina Behm, ha visto da noi decine e decine di versioni, in Malabrigo, Kauni ed in Noro.
Stephen West insegna. Uno scialle dev'essere misterioso.
Come quelli di Emma Fassio, che nei vari WorkShop in Knit-House
ce ne ha regalati tanti, uno più bello dell'altro, l'ultimo dei quali,
manco farlo apposta, ha un nome emblematico, soprattutto per me, Speranza, realizzato in The Unique Sheep Luxe Gradiance...
Uno degli scialli più amati ed ammirati del momento in Knit-House è l'Aranami Shawl realizzato da Antonella (qui a fianco la sua versione in Jamieson's Shetland).
Io però voglio parlare dello scialle che ho messo in alto, in apertura dell'articolo e che mi sta particolarmente a cuore...
E' un regalo di Antonella, un pensiero speciale, per questo mio periodo buio...
Realizzato con uno degli ultimi arrivi prima delle ferie (mai fatte), un
filato passato inosservato, anche da me, seppur molto bello, il Lamb Wool Linen Habu, proprio perchè arrivato in un momento sbagliato della mia esistenza...
Molte di voi si saranno accorte, infatti, in questi ultimi mesi, della mia "latitanza", morale e materiale, qui ed in Knit-House, ma le amiche capiscono e sanno perdonare.
Dicevo, lo scialle... Antonella ha creato il modello, lo ha realizzato
ed ha infilato le perline una ad una nella lana, quasi un rosario e così
lo considero.
Lo scialle di Antonella mi ha riportato alla mente le coroncine, quelle colorate e luccicanti che avevo da bambina, coroncine che vendevano le monache, da far scorrere, granello dopo granello, tra le dita, recitando una preghiera e che io mettevo, in modo un po' irriverente, a mo' di
braccialetti.
Ma erano troppo brillanti, le pietruzze, per resistere, gazza ladra!
Dicevo... Cosa può fare uno scialle? Ricordare che c'è un po' di quella fede nascosta in un cassetto, chiusa ad aspettare di essere ritrovata e rispolverata.
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