Ieri, mentre aspettavo il turno dal mio oncologo, mi ha colpito sulla copertina di un magazine per chi viaggia in aereo, un'affermazione "Voglio una seconda vita", che in fondo è quello che noi, malati di cancro, vorremmo avere, una seconda possibilità...
Il contenuto, in effetti, non c'entrava niente con tale prospettiva, ma ho chiesto al dott. Barni se potevo prendere le pagine relative all'articolo -e lui mi ha dato tutta la rivista, interpretando la mia richiesta inconscia e dicendomi che non avrei trovato lì ciò che speravo di leggere-.
Il sottotitolo (per i non-udenti), Il successo dei mondi virtuali su Internet... per vivere un'esistenza parallela forse migliore, sicuramente diversa... mi ha poi riportato alla mia realtà.
Tornata a casa, ho letto l'articolo, Vi presento il mio avatar, di Frank Koolhass, avatar di Mario Gerosa, autore del saggio Second Life che fa riferimento al luogo virtuale,
Second Life per l'appunto.
Second Life è diventato in pochi anni un Eldorado di nuove possibilità, come lo erano le colonie Extramondo in Blade Runner (il mio film preferito, con le sue atmosfere plumbee. Il mio sogno
ricorrente, salire su di grande aereo, senza mai riuscire a partire,
per raggiungere questo mondo parallelo, fuori dalla terra).
In Second Life, (che mi sà tanto di videogame, un po' come i Sims o come il vecchio gioco di società "Il gioco delle carriere")
vi sono 5 milioni di residenti, 40.000 italiani, c'è chi si è rimesso
in gioco e vive bene in i ciò che guadagna qui dentro -pochi e
determinati-.
Anshe Chung ha accumulato un milone di dollari veri con transazioni virtuali, ma c'è gente anche che entra in Second Life
e non sa cosa fare in quanto non ci sono scopi prefissati, ci si deve
inventare un ruolo, una professione, nessuno ti impone qualcosa.
E' un mondo interamente creato dai residenti.
Ogni giorno si scambiano un milione di dollari "reali" per beni
virtuali, camicie, auto, torte, case, terreni, scarpe. La valuta locale
è il Linden Dollars, che si può in ogni momento cambiare in dollari,
(un dollaro Usa, 280 linden dollars) e la logica dei prezzi è diversa
dalla nostra reale, una villa può costare anche 800.000 L$, una camicia
2000 L$, un'auto meno di 1000 L$. Si acquistano tutte cose inesistenti.
Si tengono conferenze, c'è una Convenzione per la salvaguardia del patrimonio architettonico virtuale, per sensibilizzare la gente nei confronti dei manufatti virtuali degli unversi sintetici.
Da quello che ho capito, ci sono luoghi differenti da visitare, che riservano sorprese ad ogni angolo.
Frank Koolhass aka Mario Gerosa ha persino fondato un agenzia di viaggi per tour nei mondi virtuali, la Synthravels, a cui si è affidata anche la Packard Bell, per esplorare Second Life.
Devo dire la verità, mi sono registrata anch'io, sono entrata nel sito italiano,
che mi ha mandato su di una pagina di registrazione in francese (meno
male!), dove ho scelto il mio nome (libero) ed il cognome, tra una
lista di possibiltà. Sono diventata la sig.ra Criss (per poco!) ed ho
scaricato il programma per poter entrare in Second Life.
Da qui mi hanno rispedito in una pagina in inglese, dove chiedevano
l'iscrizione a pagamento (e te pareva!)
A questo punto il mio viaggio è terminato. Come nel sogno ricorrente. Prima di volare.
Ho buttato nel cestino il programma scaricato e ho tirato la corda... Del paracadute? No, del ce..o.
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