Scritto da Maria Luisa
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martedì 23 dicembre 2008 |
Mia mamma, durante il periodo che precede il Natale, tanto tempo fa, era solita raccontarmi una fiaba (quanto mai attuale) che giudicavo tristissima, quasi una cattiveria da parte sua, per rovinarmi le feste, per farmi pesare il fatto di essere fortunata, con mille regali che mi aspettavano sotto l'albero (e tanti me ne arrivavano, figlia unica, amata, coccolata e straviziata da un padre ed una madre che mi adoravano).
Lei, che aveva sentito e provato il freddo dell'abbandono in un orfanotrofio ed il marchio d'infamia che un tempo si portava persino sulla carta d'identità, figlia di n.n., quasi una colpa da espiare per essere nata non voluta, mi voleva solo ricordare, senza retorica o cattiveria, che intorno a noi, vicino o lontano (lo vediamo o meno, lo ignoriamo o facciamo finta di non vederlo), mentre ci stiamo preparando per festeggiare, c'è chi piange, soffre e sta facendo soffrire, è solo, lontano dalla sua famiglia, o proprio non ce l'ha, sta discriminando cos'è (e dov'è) il bene e cos'è il male, il buono o il cattivo, sta uccidendo per il gusto di farlo, in nome di un qualche fanatismo o per sopravvivere, sta lottando per vivere, sta morendo (o invocando la morte, come se fosse la Grande Madre, che dà la vita, ma la può anche togliere)...
Non sto a raccontarvi la storia, la conoscete, La Piccola Fiammiferaia, di Andersen. Non avrete di certo tempo di fermarvi ad ascoltare, tra regali da impacchettare e spese dell'ultimo momento.
Ma a chi vuole sedersi un attimo a riflettere sul significato del Natale e della vita in generale, regalo, o meglio, passo, questo filmato tovato su YouTube, senza parole.
Io risento quelle della mia mamma.
Buon Natale.
Lulù.
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