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La spiritualità sepolta PDF Stampa E-mail
Scritto da Maria Luisa   
domenica 04 aprile 2010
Basilica romanica di Agliate, fraz. Carate BrianzaHo ripescato questo articolo, che avevo scritto come augurio di Buona Pasqua, (il titolo originario era Buona Pasqua! appunto) e che avevo riposto nel Diario di Bordo, perchè una persona, dopo avermi detto che le spiaceva un poco che io lo avessi tolto, quasi nascosto, mi ha fatto riflettere...

Certo è che vedere una chiesa in home page di un sito di lana e maglia, può fare una certa impressione.

Voglio aggiungere una piccola annotazione, proprio su questa chiesa, prima di ripubblicare l'articolo.

Tanto tempo fa, un bambino, rincorrendo una gallina nel grande campo che scendendo verso il Lambro, diventa bosco, inciampò in qualcosa di metallico. La gallina fuggì, ma lui, curioso, scavò, fino a che dal terreno uscì una croce (la vedete lassù sulla chiesa?).


Cercò di strapparla dalla terra, ma era ben ancorata a qualcosa, così cominciò a scavare ancora più in profondità e trovò delle tegole, un tetto... Fu ritrovata così, da come si racconta, questa basilica, nascosta sotto la terra (infatti il livello della strada che passa alla sua sinistra arriva quasi a livello del tetto).

Una metafora? Non so... Ma mi è sembrato giusto reintitolare questo mio articolo La spiritualità sepolta. E se non lo avete ancora letto, perchè "nascosto", ve lo ripropongo... Se non vi interessa, passate oltre e lasciate l'oggetto metallico sotto la terra.

" L'altra settimana, andando in posta per portare i pacchi degli ordini, ho dovuto fare a piedi (quanti accidenti ho mandato!) un pezzo di strada chiusa al traffico per lavori e sono passata da una chiesa.

Non l'avevo mai notata, forse manco mi ero accorta che c'era, sempre di fretta, come sono, sempre chiusa nei miei pensieri, sempre piena di pacchi, sempre in macchina...


Mi attraggono solo le chiese romaniche, senza fronzoli, che ricordano il culto spoglio dal potere temporale della chiesa, come questa (che ho fotografato ieri mattina, dopo averla visitata) vicina alle mie radici più lontate.


Mio nonno nacque nel cortile a fianco, per poi approdare ad un'altra parrocchia, tanto per stare in tema...


La sua breve vita, nonchè quella (altrettanto breve) di mio papà e un pezzettino della mia, passarono sotto i rintocchi del campanile e a fianco della chiesa, molto meno spoglia di questa romanica, molto più "dorata" e barocca, ma a cui sono legati momenti di gioia e di disperazione e nella quale spesso mi mettevo seduta sugli scanni e cercavo il perchè delle cose, quando era buia e vuota...


Cercavo di mettermi in contatto con qualcosa di cui talvolta si avverte (o si ha bisogno di sentire) la presenza, senza mai riuscirci, la scritta in latino -un pezzo del Credo- sopra la mia testa, intorno al soffitto, senza principio e senza fine, era come un labirinto senza entrata e senza uscita.


Invidio la fede di chi ha fede, non mi vergogno a dirlo, perchè la mia ricerca continua non mi ha portato a tanto, non mi ha portato più in là dell' invocare aiuto nei momenti di disperazione, di chiedere, se ci sei, allontana da me tutto questo dolore. Qualche volta ho ringraziato per i doni (pochi) che ho ricevuto.


Un'amica teologa mi disse che in me c'è più fede di quello che manco io immagino. Non lo so dove vide tutta questa fede, forse nel mio grande amore per la natura. Io mi sento sterile e sempre più rinsecchita nei sentimenti, più dura. La vita mi ha indurito il cuore.


Parlavo, all'inizio, della chiesa, anonima, vista per puro caso.


Sono entrata, devo dire la verità, per accorciare il tragitto, incavolata per l'inconveniente dei lavori in corso.


Una chiesa come tante, senza particolare attrattiva culturale, ma tra i ramoscelli di ulivo che erano a terra (li stavano preparando per la Domenica delle Palme), mai visti di così freschi e verdi (se ne sentiva il profumo, che copriva quello dell'incenso, che evoca la morte) ho sentito la Pasqua vicina -non mi succedeva da tanto-.


Ne ho raccolto un po', di questo ulivo e l'ho messo in casa e in Knit-House. Questa sorta di "rito", quasi pagano, mi ha dato un senso di pace e di serenità.


E' una sensazione che voglio portare con me, nel cuore, in questi giorni. E' quello che auguro a voi.


Buona Pasqua! "



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Commenti (10)
1. 04-04-2010 10:05
Come ti comprendo lulù, è la mia grande ricerca che dura da tanti anni, ricordo da bambina quando in chiesa vedevo mia madre pregare, emulavo il movimento delle labbra, sentivo che era un momento speciale, avrei voluto condivererlo, ma già allora non avvertivo niente, il nulla. Questo nulla mi ha accompagnato per tutta la vita, consapevole del peso che ha operato e le dolorose coseguenze, che sia questa la mia croce? che sia la continua spasmodica ricerca la mia fede?
Registrato
gio398
2. 04-04-2010 20:20
Cara, cara Lulù. 
Perchè dici che il tuo cuore è indurito, non è vero, si coglie da come parli, scrivi, agisci. 
Credo che tu sia piena di amore, per il prossimo, la natura, la lana,il figlio, le knitters, non so cos'altro. Forse è un momento di sconforto, ma il tuo calore si coglie in tanti modi. 
Senza parlare di fede, solo da un punto di vista umano. 
Ti voglio bene, sonia
Registrato
3. 09-04-2010 08:12
Essere alla ricerca di Dio significa avere fede, non è certamente la medesima posizione di un agnostico che per nulla si cura del lato spirituale dell'essere umano. Essere così umani, cercatori ed indagatori della nostra parte spirituale, ci avvicina moltissimo a Dio.
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4. 09-04-2010 08:24
io non avevo letto l'articolo, ma adesso ripresentandolo mi hai incuriosito, anch'io come te invoco il Signore nei momenti difficili - e sono tanti - ma ho comunque fede anche se non mi spiego tutte le brutture che accadono. Il cuore non si indurisce, non scompaiono i sentimenti, ma ci fortifichiamo. Prima tutto sembrava complicato, volevo chissà cosa, invece, adesso godo anche delle piccole cose: Lulu l'ho detto già una volta, non ti conosco, ma ti stimo tantissimo. patrizia
Registrato
pattyalba
5. 09-04-2010 09:47
Invocare aiuto nei momenti difficili a Chi sta oltre noi è, a mio parere, già un grande atto di fede. 
Personalmente sento Dio più vicino nei momenti lieti, che vivo con profonda gratitudine perché so che non sono meritati, ma donati. Ma nei periodi bui e dolorosi può essere una presenza nascosta, difficile da trovare. Non ti conosco personalmente ma ti auguro di trovarlo e spero che la tua ricerca ti porti a riempire un vuoto. 
Grazie per l'articolo. Elena 
P.S. Spero di poterti incontrare in K.H.
Registrato
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6. 09-04-2010 13:33
Anche io mi domandavo perchè fosse sparito questo post, la foto della Chiesa mi mbra tanto bella anche se sono felicemente atea ;)  
In un certo senso invidio chi ha fede, perchè questi trova risposte sensate alle cose brutte della vita, alle difficoltà, ai calci che spesso arrivano dritti in faccia.
Registrato
Andie
7. 09-04-2010 13:45
La semplicità e il rigore di questa ( e di tutte) basilica romanica di cui anche a Pavia abbiamo splendidi esemplari non fa che avvicinarci a Dio perchè ci riporta alle origini non solo della storia dell'arte ma soprattutto della storia della Chiesa. Non ti nascondo che quando entro in una di queste basiliche mi vengono i brividi perchè sento lì il soprannaturale. Un bacio
Registrato
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8. 12-04-2010 11:26
Buona Pasqua in ritardo...
Cara Lulù, 
è chiaro che hai scritto questo articolo in un momento di tristezza, ma non demordere. La ricerca della fede non è un lavoro, la fede (per come la vedo io) e la tua anima che metti nelle tue giornate, nelle cose che fai, nelle persone che incontri,... sono le piccole cose che fanno di ogni giornata una bellissima giornata, comunque irripetibile. Io sono aquilana, per noi il 6 aprile è stato il "D-Day". Nulla di più triste e anogosciante.... Non sto qui a parlare del mio stato d'animo. Una cosa la voglio dire però: il terremoto ci ha fatto rendere conto di quanto siamo piccoli e fragili, da questo abbiamo imparato che non bisogna mai rimandare i sogni, le speranze, le cose da fare... perché domani non potrebbe esserci ancora; e poi sono le piccole cose che ci danno gioia (vedi il negozio di lane che visitavi tutti i giorni per fare salotto, il parco dove portavi i bambini a giocare, la pista ciclabile dove scorrazzavi la domenica mattina, il bar dove mentre prendevi il caffè parlavi del più e del meno con tutti e conoscevi tutti......). 
Combattere sempre, mollare mai, queste sono le parole che ci tengono in vita e ci fanno ricordare che essere in vita è un dono. 
Vivere è già avere fede. 
Un abbraccio a tutte e un bacio a te Lulù. 
Antonella (Mirtillo per il forum :) )
Registrato
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9. 24-04-2010 02:21
povere fuori ma ricche dentro
non considerate le chiese romaniche per quelle che sono oggi, in origine infatti erano sì spoglie fuori ma stra-ricche dentro, a rispecchiare quell'ideologia che segue la persecuzione della ricchezza di spirito (ineriore) rispetto a quelle offerte da questo mondo (esteriore)... il tempo, gli eventi, le mode e i restauri che si sono susseguiti nel tempo hanno distrutto la genuinità di molte di esse (ad ascoli Piceno la mia città ci sono vari esempi)... cara paola1 nessuno ti capisce meglio di me! qualche estate fa ho lavorato come operatrice dei beni culturali della mia città e una volta mi è capitato, per evitare che la forte pioggia entrasse nella chiesa di San Vincenzo e Anastasio, di chiudermi dentro da sola....e l'occhio volava istintivo alla cripta!!!! :eek
Registrato
PallinaDiLana87
10. 28-04-2010 19:14
povere fuori ma ricche dentro
Per PallinadiLana87: allora capisci di cosa parlo. Pensa che ho provato la stessa sensazione all'Eremo di Assisi, nel Convento delle Clarisse e soprattutto nella Basilica inferiore circondata dalla meraviglie di Giotto e Cimabue! Lì ho sentito il soprannaturale senza alcun dubbio.
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