Immaginate di entrare in un'enoteca, oppure di trovarvi davanti alla vetrina di un negozio di gastronomia...
Unfilodi apre una nuova sezione, la Filatoteca D.O.C., un modo diverso di scegliere e degustare i filati, come fossero vini tipici, specialità gastronomiche rappresentative della tradizione, storia e cultura locale di una determinata regione.
E' una sezione dedicata al/alla Knit-Gourmand, al/alla Knit-Connoisseur (invariabile, in inglese... in francese sarebbe Connaisseur/Connaisseuse de Tricot).
In inglese, perché l'idea viene dal Regno Unito (Commonwealth e territori oltremare inclusi), dove vengono allevate oltre 60 razze di pecore, molto diverse tra loro per morfologia, tipo e colore del vello, le quali, trattate in modo regionale e selettivo, danno origine a filati regionali tipici, con una gamma di proprietà differenziate decisamente molto ampia, in termini di aspetto, di caratteristiche fisiche e di lavorabiltà, tutte da gustare.
L'idea non è nostra, si è detto... è una scoperta, se così si può dire, recente, nata dalle scorribande di Luisa oltre le Colonne d'Ercole, dalle circumnavigazioni dei territori poco conosciuti del pianeta Lana.
In Italia questo tipo di classificazione, valorizzazione e promozione della tipicità del prodotto alimentare regionale è nota da tempo, ormai tanto consueta da passare per ovvia.
Dando per scontato il prodotto tipico, questo è stato dapprima affiancato e poi sviluppato, si potrebbe quasi dire superato, dal concetto di biologico, dalla filiera corta, dal chilometro zero.
I Britannici hanno fatto questo con i filati, partendo proprio dalla particolarmente abbondante varietà locale di razze ovine, introducendo l'approccio ovino-etnico, con la creazione di Società per la cura e lo sviluppo di ognuna delle razze locali tipiche.
La Filatoteca D.O.C. ripropone questo approccio nella scelta e nell'offerta dei filati come specialità regionali, del prodotto D.O.C. come opportunità di venire a contatto con filati poco trattati, nelle colorazioni naturali o con tinture artigianali e/o vegetali, prodotti in gran parte organici e, di certo, eco-equo... come dire: dal pastore, direttamente sui vostri ferri.
L'analogia con la vetrina di un'enoteca è abbastanza evidente, anche se, dato il punto di partenza, più che al vino, questo tipo di offerta è meglio paragonabile a quello del whisky: ci sono dei Rare Blended, ma la maggior parte sono Single Malt, dove le caratteristiche tipiche di quella razza ovina sono particolarmente evidenti e percepibili all'occhio ed al tatto.
Non meravigliatevi, se su Ravelry troverete poche notizie su questi filati... qui siamo andati oltre, superando il concetto di filato industriale, di lotto, di colore: la gran parte di questi filati sono millesimati, ce n'è (oggi) una quantità limitata, domani non si sa, dipende dall'andamento della vendemmia, oops, della tosatura stagionale, e gli approvvigionamenti non potranno non tenere conto della natura estremamente artigianale e delle quantità aleatorie di queste forniture.
Bisogna pensare di assaggiare questi filati Limited Edition, con progetti paragonabili ad un buon bicchiere, non alla damigiana... per chi vuole farsi una bevuta, verranno inclusi anche alcuni filati disponibili in scala più industriale e con stock più prevedibili, a condizione che rispettino e rendano percepibile la loro origine D.O.C.
Ma non è detto che si sia necessariamente costretti a rimanere sul territorio del Regno Unito, dato che qui si tratta di fare evolvere l'approccio alla lana e non di essere esterofili a tutti costi... sembra che qualcosa si stia muovendo in tal senso anche altrove, magari più vicino a noi... è quindi possibile che la proposta si allarghi di conseguenza ad altre fonti D.O.C.
Ora leviamo in alto i calici, brindiamo all'inaugurazione della Filatoteca D.O.C. e prepariamoci alla degustazione.
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