Le calze... Sono state la prima riscoperta di Unfilodi, ai suoi albori ed hanno seguito il suo cammino, senza mai bucarsi.
Unfilodi è nato nel 2003. La sua motivazione d'essere l'avevo scritta nel "manifesto" di apertura del negozio, allora in via Buttafava, in un cortile, nel centro storico di Carate...
Nella dichiarazione d'intenti, Unfilodi è nato come "centro di aggregazione femminile, dedicato alle donne dei cortili di una volta", di quando ero bambina.
Sono nata e cresciuta in un cortile, conoscevo ed amavo i suoi ritmi e rituali, primo tra tutti quello delle "cadreghe" (sedie) dietro alla ringhiera comune.
Ad una certa ora, quando il tempo lo permetteva, tutte le donne del
cortile portavano fuori la sedia impagliata da casa e si sedevano a
lavorare insieme, in una sorta di S'n'B.
A Carate, il lavoro a maglia è sempre stato molto diffuso, più che il
ricamo o il tombolo, che per trovarlo ci si doveva spostare qualche chilometro più su, a Cantù o aspettare il lunedì, al mercato, quando le
donne di là vendevano i loro pizzi ad un prezzo astronomico.
Di solito, il pizzo di Cantù lo si metteva attorno alle bianche coperte di fiandra per la dote delle figlie ed erano quindi soldi spesi bene.
Le donne caratesi facevano invece i gipunin (maglie della salute) e gli scalfitt
(calze) per i figli e i mariti, ma anche gli scialli, per l'evenienza dell'ospedale o per mettere sulle spalle proprio mentre lavoravano. E lì
si risparmiava...
Le calze (gli scalfitt), come le maglie della salute, erano monocrome,
di solito bianche o color appunto del gipunin, che è quel beige/cammello/carnicino indefinito.
La lana era rigenerata, da un
gipunin uscivano due scalfitt, da quattro scalfitt un gipunin, i
gomitoli erano sempre più piccolini ed il filo sempre più sottile ed arricciato, sembrava avesse fatto la permanente. Veniva doppiato, triplicato,
manco fosse la moltiplicazione dei pani e dei pesci...
Le calze erano la specialità delle donne del mio cortile, come il risotto alla milanese o quello con la zucca.
Venivano fatte con il gioco di ferri, ad una velocità incredibile, insieme ai pettegolezzi, che scorrevano a fiumi tra una sedia e l'altra, mentre il risotto el tacava giò (si attaccava alla padella).
Quello che usciva era un calzino un po' triste, ma che teneva caldi i piedi degli uomini, quando uscivano presto per andare a lavorare in
fabbrica, delle notizie così gonfiate e distorte, quasi si giocasse al telefono senza fili, tra gli intrecci della lana ed un risotto con un
retogusto di bruciato.
Uno dei miei primi lavori a maglia fu proprio un paio di calze lunghe sopra il ginocchio, fatte col gioco di ferri, da portare in montagna, con
le rennine, colori alternati e grechine varie su supervisione di mia zia Maria.
il risultato era bello sul davanti del lavoro, un po' meno sul dietro, all'interno, per intenderci, che, per infilarci il piede tra i passaggi di fili, ci voleva una santa pazienza...
Dicevo della riscoperta delle calze agli albori di Unfilodi...
La riapertura a quel mondo nacque dal lancio del sito Unfilodi e dall'incontro/scontro frontale con Silvia (la maggior calzinara italiana, come la definivo allora)
oggi universalmente conosciuta dalle knitters come Alice Twain per il suo libro Ai Ferri Corti, ma non solo.
Silvia mi dedicò un paio di calze, Pervinche, le calze per Lulù, che sono tutt'oggi ricercate (20910 visualizzazioni) e scaricate (3953 click) dal sito Unfilodi e mi diede, per allestire le vetrine,
altre calze realizzate da lei (sono le prime due foto, qui sopra).
Quelle vetrine furono un vero successo, un'innovazione, che cambiò la visione e lo svecchiamento delle calze fatte a mano a maglia, in un luogo dove erano ancora considerate "ricordi di povertà del dopoguerra".
Alle calze, col passaggio di Unfilodi dal cortile di via Buttafava alla Knit-House, fu dedicato il primo WorkShop in assoluto, quello della Calzina Knitcol, eseguita a ferri accorciati con il metodo Wrap-n-Turn, seguito da quello delle Koighe, calze toe-up lavorate con la tecnica del Magic Loop (i pattern si trovano qui).
Visto l'interesse crescente per questo accessorio, fu, a suo tempo, creato nell'e-shop un angolo specifico, Calzineria.
Oggi, a dieci anni dall'apertura di Unfilodi, proprio nel mese dei preparativi di allora, parte un'iniziativa che, manco farlo apposta,
suggella il mio, di anniversario, il cosiddetto Drops Sockalicious, con sconti del 25% sui filati per calze.
Se non vi siete mai lanciate in questa avventura, è il momento per farlo. Se siete già esperte, come molte delle frequentatrici di Unfilodi, è un'occasione per rispolverare le vecchie conoscenze (e farvi un nuovo paio di calzini).
Unfilodi, oltre alla lana, vi offre tutti gli strumenti all'uopo, anche la "cadrega", in quanto sono previsti incontri in Knit-House su questo accessorio durante il mese di febbraio.
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