Altra notte quasi insonne... Se e quando riesco ad addormentarmi, sogno torte alla frutta, quelle con le fragole e i lamponi e i kiwi e le fettine di mela e gli acini d'uva e gli spicchi di mandarino. Mi piacessero, almeno... Non amo particolarmente i dolci.
Ho cercato, per aprire l'articolo, la foto di una torta il più possibile simile a
quelle che sogno.
L'unica che poteva andare bene l'ho trovata qui, dove c'è pure la ricetta, anche se le mie sono più cariche di fragole.
Il fatto è che dovrei venderle, queste torte, e non ci sono nel carrello o,
se sono nel carrello, non ci sono in negozio. Un incubo.
Così, meglio non dormire e pensare...
Il leit-motiv dei pensieri di questa notte, oltre alle torte, era il termine Work-House, che spesso Laura usa "a modo suo" per indicare la Knit-House®, un pezzettino preso a questo termine ed un pezzettino preso da WorkShop/WorkShawl©. Una fettina di torta divisa in due.
Aspetta, va... Per evitare che qualcuno mi porti via la fetta appena tagliata, ci metterò sopra una bella © per coprirla (le signore del regime -dei minimi-, girano di notte -e di giorno- a fregare cose altrui)... Ecco, Work-House©. Mia!
Pensavo... Mai termine è stato così azzeccato per definire ciò che rappresenta la Knit-House, una "casa-lavoro", un' officina.
Le "tecniche" che si avvicendano attualmente In KnitHouse sono un universo variegato. Proprio come la frutta sulla mia torta... Ce n'è per tutti i gusti.
Laura Virginia Manfredi, con le sue creazioni "da sballo", ha portato e porta una ventata di novità e di sana pazzia nella Knit-House.
Emma Fassio, con lei praticamente tutte abbiamo imparato il metodo continental ed il mondo che gira attorno al filo del top down, tra cappe e scialli e capi che stanno bene a tutte.
Valentina Cosciani, per le sue spiegazioni ed interpretazioni magistrali, attira come una prelibatezza, con retrogusto di tartufo, come i cioccolatini che ci aveva portato durante un WorkShop. Più che una crostata di frutta, però qui ci vorrebbe uno strudel.
Annalisa Dione, new entry, ci ha catturato per la sua accuratezza dei particolari, per la precisione delle forme.
Natascia Sartini, istantanea, che a me è piaciuta molto, come fotografa del nostro tempo maglistico.
Antonella Mascherona, con la sua competenza e instancabilità, infonde sicurezza e sapere maglistico. Un punto di riferimento importante per noi della Knit-House. La ciliegina sulla torta.
Graziella Meregalli rappresenta la puntualità, l'impegno ed una profonda conoscenza di
tutte le tecniche relative alla maglia e all'uncinetto (sono poche brave come lei a lavorare all'uncinetto).
Silvia Mancin, con la sua calma e pazienza, è la più amata dalle corsiste: i suoi pattern ormai sono diventati dei classici in Knit-House per imparare la tecnica del top down in tutte le sue varianti.
Tanya Shaplik è la number one delle finiture. Con lei si imparano cose che noi umane/knitters non avremmo immaginato fossero possibili. Bordi perfetti, spalle ad hoc, occhielli che occhieggiano...
Dulcis (si fa per dire...) in fundo, come non nominare Alice Twain? La tecnica delle tecniche.
E poi ci sono loro, Gisella e Mariella, che durante i WorkShop, si fanno in quattro, in otto, in trenta, in cento ...
Ecco, la torta è tagliata. Forse stanotte non la sognerò più.
Adesso spartitevela voi.
p.s. La Knit-House sarà sempre la Knit-House, con qualche licenza poetica...
n.b. Le "tecniche" citate non sono tutte quelle che hanno dato contributo al work della Knit-House.
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