Sferruzza-menti
Scritto da Maria Luisa   
martedì 30 gennaio 2007

giacchina di cashmere all'uncinetto, realizzata da Anna Ho riflettuto molto su di una richiesta, fattami a suo tempo, di aprire un blog sulla maglia in questo spazio virtuale.

In prima istanza ero contraria a questa possibilità, in quanto, in primo luogo, sarei di parte (e allora sì che farei politica, visto che la lana la vendo), in secondo luogo, le donne che vengono ai corsi o che si fermano qui tutto il pomeriggio a lavorare in comune, e ce ne sono tante, parlano di tutt'altro.

Esperienze di vita, trasmissioni (povera me!) televisive, teatro, politica (anche se cerco di limitare la trattazione -e i danni conseguenti-  di questo argomento nel mio spazio). Di lana e del suo utilizzo niente proprio. Se non come argomento attinente al corso.


Ma in effetti il popolo della mattina, che è quello che viene nel mio spazio senza fermarsi molto -di solito, la mattina si hanno molte cose da fare- pone altri tipi di problemi, che sono relativi alla maglia ed alla lana in quanto tale.

 

Ieri ad esempio, si discuteva sulla Noro con Luisa e Titti, sulla differenza tra la Silk Garden e la Kochoran, tirando poi in ballo la Merino Gold Stripe, sul modo di lavorazione per far venire delle rigature di colore che siano visivamente accettabili (io, francamente, non vedo il problema, anche perchè il bello di queste lane è proprio l'irregolarità del colore dal dietro al davanti, per non parlare se questo è fatto in due pezzi, e delle maniche).

Allora mi sono chiesta se non è il caso di aprire un blog iniziando proprio da questo argomento, per poi toccarne altri, relativi esclusivamente alla maglia ed alla lana.

Lo voglio chiamare Sferruzza-menti, perchè nei blog italiani, -pochi, come mi è stato fatto osservare, giustamente- che ho visitato, ho visto tanta competenza, passione ed interesse intorno alle questioni tecniche, e non solo, del lavoro a maglia e della .lana in quanto tale. Un lavoro di menti, oltre che di mano.

Per cui faccio un invito alle tricot-dipendenti (definizione -che mi è piaciuta-, che si è data una visitatrice del sito) ed anche a chi ha già un blog aperto, ad entrare e partecipare anche al mio, in quanto io sarei, come già detto, di parte, vendendo la materia prima su cui dibattere.

La prima questione da trattare è quella di cui sopra, riguardo l'utilizzo della Noro e delle lane similari, se è così determinante la regolarità delle strisce di colore, di come la lavorate voi, con due gomitoli, uno ad andare ed uno a venire,o come viene  -e questa mi sembra la cosa più auspicabile-, poi ho una domanda da fare a chi ha usato la Debbie Bliss, in quanto vorrei introdurla nel mio spazio. Cosa la rende così carismatica, è veramente così bella da vedere e da lavorare? Il rapporto qualità - prezzo è giustificato? Aspetto la risposta da chi l'ha lavorata.

E con questi due argomenti apro il mio blog.


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Commenti (2)
1. 28-02-2009 18:59
Debbie Bliss e Noro (Kureyon)
Allora, partiamo Debbie Bliss. L'ho vista dal vivo solo una volta, a Londra. Cashmerino Aran e DK e Baby Cashmerino. Quel filato non è un filato, è una nuvola di burro. L'ho palpugnata per un po', ci ho sbavato sopra, poi ho deciso che a 4 sterle il gomitolo da 50 grammi o avevo già un piano perciso per usarla o non la compravo, e me ne sono andata lasciandomi alle spalle una scia di bava come le lumache.
 
Quanto alla Noro, la mia preferita è la Kureyon, il 100% lana (che incidentalmen e è anche la meno cara della linea, credo). Silk Garden e Korochan sono belle ma hanno colori meno netti, brillanti, sfacciati perfino della Kureyon, per questo mi piacciono meno. Ho avuto modo di lavorare la Kureyon due volte e devo dire che mi ha incantanta. In entrambi i casi ho usato pattern semplicissimi, un cappellino a maglia rasata e una minisciarpina a maglia legaccio in sbieco. E mi sono emozionata proprio a osservare il cambiare continuo dei colori, questa liscia successione, il fluido mutare di un colore nell'altro. Ecco, la cosa che mi paice della lana di questa casa giapponese è priorio il suo colorismo.
 
Su Knitty, ci sono due pattern molto belli che usano la Kureyon in maniera stupenda: Rosedale e Rosedale United, entrambi di Amy Swenson. Sono due raglan senza cuciture realizzati con un blocco a intarsio su un lato del davanti, in cui la striatura è cadenzata diversamente. Combinano la casualità della striatura con la nitidezza di un disegno assolutamente basico, e in quresto sono, IMHO, magistrali.
 
D'altro canto, per quale motivo dovremmo sforzarci di controllare quanto nasce per essere volutamente casuale? Perché dovremmo voler obbligare una lana che ha una personalità così spiccata a fare cose che non vuole fare? Il Faux Fairisle Hat combina la casualità della Kureyon con il rigore di un pattern Fair Isle ottenendo un risultato brillante proprio perché non cerca di condizionare la lana. Se vogliamo fare un capo con righe precise, staccate, cadenzate, allora lavoriamo alternando un numero pari di ferri di vari colori. Se vogliamo una pozza di colore, usiamo lane variegate. Ma le Noro devono essere così, casualmente e brillantemente striate, senza soluzione di continuità.
 

 
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2. 28-02-2009 19:00
Non è tutt'Oro... il Cashmerino Debbie
NON E' TUTT'ORO... 
Pare, ma è praticamente certo, che il 12% di Cashmere contenuto nel Cashmerino D.B. distribuito negli USA dalla KFY, sia di fatto Acrilico cosiddetto Cashmiroso. Sempre negli USA la cosa ha destato grande scalpore, con conseguenti richieste di danni, non certo a beneficio del settore dei filati. 
Ora può essere che che il filato in oggetto sia comunque molto bello, ma perchè dichiarare, e fare pagare, quello che non c'è? 
Caveat Emptor!
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